La colomba come simbolo appare con una molteplicità di significati: simbolo pasquale, e per la sua natura dolce simbolo di mitezza, innocenza e purezza.
In tutte le epoche la colomba è stata utilizzata come simbolo dello Spirito Santo: i vangeli di Marco e Matteo, infatti, raccontano che durante il battesimo di Gesù lo Spirito di Dio scese su di lui come colomba. Nella Genesi (8, 11) è una colomba a portare a Noè il rametto d’ulivo, mostrandogli così la fine del Diluvio Universale e l’inizio di una nuova era di pace tra Dio e gli uomini. Nel Nel Canto dei Cantici (5,2 e 6,9) “mia colomba” è un appellativo affettuoso rivolto alla Sulamita dal pastore innamorato e in Ca 1,15 e 4,1 gli occhi dolci di una ragazza sono paragonati a occhi di colomba. Anche il nome del profeta Giona è legato alle colombe: esso è in ebraico Yohnàh, nome maschile comune che significa “colombo”.
Nell’antico testamento la colomba compare con una pluralità di sfumature simboliche. In un testo del profeta Osea (Os. 7,1) Israele è paragonato a un’ingenua colomba e nel salmo 68 (67 nella LXX e nell’uso liturgico cattolico; cfr. Sal 67,14) la colomba dalle ali argentee e dorate è simbolo del popolo d’Israele.
Nei Vangeli la colomba viene vista scendere dal cielo da Giovanni Battista durante il Battesimo di Cristo. Per questo inizialmente viene associata al battesimo. Nei codici miniati del V e VI secolo la colomba non è più univocamente collegata al battesimo e assume il ruolo di simbolo dello Spirito Santo in episodi come l’Annunciazione o le raffigurazioni della Trinità (come fece dipingere San Paolino a Nola nel V secolo).
In seguito la colomba ebbe un significato ancora più ampio, arrivando a contraddistinguere tutte le azioni divine nell’umanità. Ad esempio nel IX secolo si trova San Gregorio comunemente affiancato da una colomba che rappresentava l’ispirazione divina che lo assisteva. Nel XV secolo una miniatura mostra una colomba accanto a Daniele tra i leoni.
La colomba, intesa come dolce, sembra avere profonde radici nell’epoca medioevale; risalirebbe infatti al periodo di Re Alboino che, come è noto, discese in Italia con le sue truppe ed assalì Pavia. Si narra che prima di dare alle fiamme la città e passare gli abitanti a fil di spada, si presentò al sovrano un vecchio artigiano con dei pani dolci a forma di colomba dicendo: “Sire, io ti porgo queste colombe quale tributo di pace nel giorno di Pasqua”. All’assaggio i pani risultarono così buoni da spingere il sovrano ad una promessa: “In onore di queste colombe, rispetterò la città e i suoi abitanti”.
La colomba pasquale è legata anche ad un’altra leggenda che risale al tempo della battaglia di Legnano (1176), vinta della Lega dei Comuni lombardi contro Federico Barbarossa. L’idea del dolce sarebbe nata da un condottiero del Carroccio, che avrebbe fatto confezionare dei pani a forma di colomba in omaggio ai tre volatili bianchi, simbolo di protezione suprema, che durante la battaglia si erano posati sopra alle insegne lombarde.
Per quanto riguarda i sogni, sognare la colomba in volo può collegarsi a serietà di intenzioni in un rapporto e ad aspirazioni verso legame duraturo e profondo. Sentirla tubare richiama il sognatore ad un modo più limpido e sereno di affrontare gli avvenimenti oppure ad un sentimento che sta nascendo, all’innamoramento e alla dolcezza in un rapporto.
Simbolo di castità e di sublimazione degli istinti, nell’antica Grecia era considerata l’uccello sacro di Afrodite, e quindi rappresentava anche le gioie dell‘amore e della fedeltà. Il significato della colomba nei sogni è in genere positivo, legato com’è alle qualità di bellezza, dolcezza, innocenza e sacralità che fin dall’antichità sono ad essa associate, e alla promessa di piaceri semplici ed intimi, di benessere fisico e psichico
La colomba nei sogni quando si presenta come colomba pasquale è simbolo del rito di passaggio cui la Pasqua si associa, della primavera e del suo rifiorire e di una rinascita che avviene, per il sognatore, in modo sereno e dolce e tra gli affetti familiari.
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Luciana Mologni